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FLUID
Specialty
Coffee
&
Sharing:
cosa
stiamo
imparando
ogni
giorno?

Giuseppe Adelardi 24 ottobre 2022

A dispetto di quanto sia credenza comune entro i nostri confini, non siamo “il Paese del caffè”.

L’Italia è infatti il paese in cui è stata inventata la tecnologia dell’estrazione in espresso: per quanto concerne la parte tecnica siamo senz’altro leader indiscussi. Diversamente accade, invece, per quanto concerne il prodotto.

 

Certo, i nostri torrefattori più strutturati sono tra i più grandi al mondo, ma non tra i più dediti alla qualità. Negli anni, infatti, il mercato italiano è rimasto ancorato a un prezzo basso per una tazzina di caffè, questo ha costretto i torrefattori a scegliere materie prime di bassa qualità e nasconderne i difetti attraverso una tostatura più scura che tende a bruciare il chicco e appiattire il sapore.

 

Il fascino che esercita un prodotto italiano all’estero ha quindi trainato il mercato relativo all’export del caffè, ma gli appassionati di tutto il mondo (e anche quelli nostrani) non guardano all’Italia come a un paese dedito alla qualità ed all’eccellenza in questo comparto.

Come mai l’Italia stenta a evolvere e continua a essere uno dei fanalini di coda tra i paesi avanzati?

 

Il rito del caffè, qui da noi, è un rito veloce e disattento: per noi il caffè è un’abitudine e pertanto una commodity. Beviamo il caffè in pochi secondi, tra una chiacchiera e l’altra, senza concentrarci sul sapore, e spesso edulcorandolo con una bustina di zucchero. Stentiamo quindi a spendere di più per questo veloce momento: non ne vediamo l’utilità e neanche il motivo.

 

Questo rito ha anche fatto in modo che non esistesse una vera e propria “colazione italiana” e che il caffè di qualità non venisse naturalmente associato alla pasticceria di qualità che alcuni maestri nostrani riescono a produrre. Per quanto riguarda infine i metodi di estrazione: un caffè in filtro viene visto come una “americanata” da evitare (a dispetto delle molte diverse possibilità e tecniche per arrivare ad un’estrazione in filtro, tutte sconosciute).

È proprio in questo contesto che per noi è nata l’idea di FLUID – Specialty Coffee & Sharing.

 

Il nostro scopo era quello di raggiungere due principali obiettivi:

 

  • Aprire il mercato italiano a caffè di alta qualità ed estratti attraverso diverse metodologie (attraverso la curiosità e ridando centralità al tempo speso con una tazza di caffè);

 

  • Portare all’estero la qualità ed eccellenza italiane, applicandole anche nel caffè al fine di porci come primi operatori del mercato a compiere questa operazione.

Cosa abbiamo scoperto attraverso questi mesi di FLUID a Firenze?

 

In questi primi mesi di attività abbiamo incontrato non poche resistenze nel mercato fiorentino. La nostra comunicazione integralmente in inglese (salvo per i supporti cartacei), i colori sgargianti e saturati che certamente contrastano con il panorama medio di Firenze, e i nostri caffè dai profili meno amari e cioccolatosi hanno trovato la resistenza dei consumatori abituali del tipico caffè amaro veloce.

 

Stiamo però trovando il favore di tutti gli stranieri residenti o turisti a Firenze, oltre che di quello che è il nostro mercato residente principale: gli studenti. È proprio alle nuove generazioni che abbiamo deciso di rivolgerci: nei giovani della generazione Z (e anche nei millennials) c’è una grande curiosità e fame di scoperta. C’è inoltre meno legame emozionale con la tradizione italiana del caffè, e con il rito del caffè che si è sviluppato in Italia nel dopoguerra.

Attraverso una comunicazione sgargiante, a prodotti intriganti sia nella caffetteria che nel food, attraverso la cordialità del nostro team ciò che sta accadendo ha del rivoluzionario: i nostri clienti entrano in FLUID, si accomodano e passano del tempo con noi.

In quel tempo esprimono le loro curiosità, scoprono nuove nozioni in merito al caffè (ma anche rispetto agli altri prodotti artigianali che abbiamo riunito) e creano pian piano una community acculturata.

 

Per questo siamo molto soddisfatti dell’ambiente che si crea giornalmente in FLUID: un ambiente dinamico, giovane, esuberante che sta già iniziando a influenzare anche i bevitori più tradizionalisti!

 

Giuseppe Adelardi

CEO di IDEA Food and Beverage, marketing manager e business developer. In base ai dati raccolti dalle nostre analisi di mercato, creo le strategie ed estrapolo i posizionamenti strategici dei nostri clienti. A seguire, a partire dal business plan delle aziende, elaboro il budget e il marketing plan.

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